ECHINOIDEA è una società giovane, che punta a diventare leader nell’allevamento
delle specie ittiche di pregio, attualmente di un modello manageriale di tipo familiare,
ideale per la fase startup e la gestione ruota su tre persone. Chiara, Filippo e Michele vogliono con la loro idea trasportare una attività tradizionale nel futuro.
Non più pesca incontrollata di queste specie ittiche, ma anzi allevamento, nel rispetto della natura e dell’ecosistema. Una filiera che inizia con la scienza e termina nel gusto e nella tradizione
Paracentrotus lividus (Lamarck, 1816)
Paracentrotus lividus (Lamark, 1816) si trova sui fondali rocciosi di diversi mari tra cui il Mar Mediterraneo, la parte Nord-Est dell’oceano Atlantico, le isole Canarie e le Azzorre. Preferenzialmente questa specie di ricci di mare si trova a profondità comprese tra la superficie ed i 20 metri anche se alcuni esemplari sono stati ritrovati ad alcune centinaia di metri di profondità. Il substrato preferito di P. lividus è la roccia dove si formano cavità naturali in cui l’animale è solito nascondersi. Molti esemplari possono anche trovarsi in praterie di Posidonia oceanica ed altre alghe delle quali l’animale si nutre.
La distribuzione di P. lividus è principalmente dettata dalla temperatura dell’acqua: vivono in zone nelle quali l’acqua raggiunge temperature minime tra i 10-15°C e massime tra i 18-25°C anche se alcuni esemplari nel Mar Mediterraneo sopravvivono fino ai 30°C.
P. lividus può sopravvivere in acque anche altamente inquinate accumulando al proprio interno tutte e sostanze tossiche che quando raggiungono una concentrazione troppo alta portano ad eventi di mortalità di massa. Queste caratteristiche rendono questa specie perfetta per studi ecotossicologici.
In natura P. lividus è preda naturale di pesci ossei, crostacei e stelle marine. Tra i meccanismi di difesa contro la predazione il riccio di mare ha sviluppato lunghe e robuste spine che circondano interamente il corpo dell’animale. Ma non solo, sono anche in grado di aderire in modo tenace alle rocce e di nascondersi nelle cavità naturali date dall’erosione delle onde.
Il riccio di mare P. lividus è anche chiamato “riccio viola” anche se chiamarlo così è sbagliato perché in natura esistono diverse sfumature cromatiche che vanno dal verde al castano e al rossiccio.
Diverse sfumature di colore del riccio di mare viola (Foto di Serena Federico)
Un comune comportamento adottato dai ricci di mare in natura è definito “covering behaviour” che consiste nella copertura della parte superiore dell’animale con materiale occasionale che l’animale trova sul fondale (rocce, pezzi di plastica, alghe etc.). Questo comportamento è probabilmente usato dall’animale per evitare che particelle di sabbia o di altro genere che sono sospese nella colonna d’acqua possano bloccare l’ano ed i pori del sistema acquifero (sistema circolatorio) dell’animale. Quando invece l’oggetto che l’animale trattiene è un’alga, probabilmente la sta solo conservando per consumarla in un prossimo futuro.
La riproduzione del riccio di mare avviene soprattutto nei mesi invernali, cioè quelli che vanno da Novembre-Dicembre fino ad Aprile-Marzo. La condizione necessaria affinché ci sia una buona riuscita della riproduzione è che le temperature dell’acqua siano tra i 13.5 e 18°C che corrispondono anche alle temperature di sviluppo ottimale per le larve.
P. lividus è un animale a fecondazione esterna, ciò significa che i gameti (spermi e uova) vengono emessi nell’ambiente marino dove si incontreranno e daranno vita allo zigote che diventerà una larva planctonica (pluteo) solo dopo 48 ore.
Il periodo larvale dura quasi un mese, durante il quale l’animale subisce diversi cambiamenti. Una volta arrivata a maturità (dopo circa un mese) avverrà la metamorfosi e la larva liberamente natante diventerà una post-larva che ricorda un esemplare adulto grande circa 1 mm.
Pluteo di riccio di mare (Foto di Serena Federico)
L’importanza dell’echinocultura
Le gonadi di Paracentrotus lividus rappresentano una delle prelibatezze alimentari più famose al mondo. L’aumento della domanda di questo prodotto ha causato una maggiore pressione sugli stock selvatici di questa specie di riccio di mare. La cattiva gestione della pesca potrebbe gradualmente portare a una diminuzione esponenziale o addirittura all’estinzione locale delle popolazioni nelle zone costiere colpite. Inoltre, la distruzione dell’habitat marino e le malattie naturali, rafforzano la necessità di pratiche di acquacoltura efficaci che potrebbero attenuare gli effetti negativi che le pressioni antropiche hanno su questa specie di ricci marini.
L’acquacoltura intensiva ha prodotto un’enorme quantità di informazioni riguardanti la fecondazione in vitro delle uova di P. lividus e la produzione di larve, le migliori pratiche alimentari per la crescita dei ricci adulti, le pratiche di ingabbiamento, nonché la stimolazione della crescita gonadica.
Negli ultimi 10-15 anni, l’interesse per l’allevamento commerciale di Echinoidi è aumentato in molti paesi, tra cui Cina, Norvegia, Irlanda, Nuova Zelanda, Australia, Canada, Cile, Italia, Scozia ma principalmente in Giappone, che è considerato il principale consumatore di ricci di mare. Parallelamente, anche la ricerca sulla cultura dei ricci di mare è stata rapidamente aumentata, specialmente in Europa, per sviluppare metodi per la coltivazione intensiva e la valorizzazione delle uova di Strongylocentrotus droebachiensis e Paracentrotus lividus. Tra queste specie, P. lividus è la più consumata in Europa ed è quindi considerata un buon candidato per la diversificazione dell’acquacoltura europea. Tuttavia, un altro aspetto importante da considerare è che, oltre al divario tra offerta e domanda, l’acquacoltura può anche risolvere l’importante problema della stagionalità che caratterizza le gonadi di P. lividus. Queste ultime rappresentano l’unica parte commestibile dell’animale, e possono essere consumate solo durante certi mesi, perché il ciclo riproduttivo stagionale influisce sulla loro appetibilità e quindi sull’accettazione sul mercato. In particolare durante la stagione riproduttiva le gonadi sono di sapore amaro e di consistenza sgradevole, mentre in altre stagioni l’indice gonadico è troppo basso.
Per questo motivo, i sistemi di acquacoltura a terra potrebbero fornire gonadi di buona qualità tutto l’anno, creando le condizioni ambientali che ne favoriscono la produzione, regolando la gametogenesi e dunque manipolando fotoperiodo, temperatura, abbondanza di cibo e qualità.